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Quale futuro per i giovani in Italia?

Giovaninrete al Festival della progettualità giovanile

Il Festival della progettualità giovanile il 23 e il 24 novembre a Torino

Lavorocittadinanzainformazionepartecipazione: questi i focus del Festival della progettualità giovanile, tenutosi a Torino il 23 e 2 4 novembre 2011, presso la Fabbrica delle “E”.

Un convegno nazionale sulle politiche giovanili, uno spazio espositivo per presentare i migliori progetti realizzati in Italia dagli enti locali, uno spazio di incontro dove poter riflettere sui metodi per l’attuazione delle politiche stesse. Un’occasione che “Giovani in Rete” ha colto al volo. Venendo così in contatto con altre realtà giovanili italiane, la nostra redazione ha potuto monitorare la situazione della “questione giovanile“, registrando sia condizioni di disagio che condizioni di sviluppo e crescita generazionale.

Perchè in Italia, rispetto ad altri Paesi, la transizione generazionale sembra non funzionare?

Innanzitutto, esistono degli ostacoli reali tra i giovani e le istituzioni, primo tra tutti la mancanza di confronto e interazione tra queste due realtà. Sebbene ai giovani venga riconosciuta oggigiorno una scarsa partecipazione attiva ed uno scarso interesse verso il mondo che ci circonda (“Siate affamati” citava già il messaggio provocatorio di Steve Jobs ai giovani), è anche vero che le istituzioni che devono occuparsi per prime delle politiche giovanili, e quindi favorire il dialogo con le nuove generazioni, spesso non ascoltano le reali esigenze dei giovani.

La questione giovanile, che ha dominato il dibattito nella due giorni, è stata già a lungo materia di discussione di questi ultimi mesi, settimane, giorni, presso tutte le istituzioni, tra cui il nuovo governo tecnico. Ma le proposte?

Ecco così alcune delle proposte (sfide?) più innovative emerse per avvicinare il mondo delle istituzioni a quello dei giovani (chissà che non diventino realtà!):

  1. Dare un peso maggiore al voto giovanile (poiché in minoranza, considerato il fatto che l’Italia è uno dei Paesi più anziani del mondo con un indice di vecchiaia pari a 144, secondo i dati Istat pari a oltre il 20% della popolazione)
  2.  Introdurre nuovi linguaggi e nuovi strumenti di comunicazione nelle istituzioni per favorire il dialogo con i giovani: dialogare via mail e tramite i social network
  3.  Creare una rete (un network) tra le istituzioni e all’interno dell’amministrazione stessa, una sorta di “fare rete ai tempi della crisi“, per favorire la condivisione di conoscenze e risorse al fine di individuare obiettivi comuni
  4.  Favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro (tema cruciale in questo periodo!), magari iniziando a proporre nuove offerte di lavoro anche per i giovani SENZA esperienza. I giovani non dovranno più essere esclusivamente destinatari delle politiche giovanili ma i reali protagonisti delle politiche stesse.

Un passo avanti per avviare il dialogo è stato fatto dal Forum Nazionale dei Giovani, una piattaforma nazionale di rappresentanza giovanile, che ha lanciato una sfida al nuovo governo, con una lettera indirizzata al Primo Ministro Mario Monti per affermare l’urgenza di un ricambio generazionale e chiedere provvedimenti in merito alla disoccupazione giovanile, all’accesso al credito, al diritto alla casa, a politiche favorevoli alle giovani famiglie, alla fiscalità di vantaggio per le imprese che non assumono con contratti precari, al sostegno all’associazionismo giovanile, ad un’agenda di sostenibilità.

A questo punto, quale sarà il futuro per i giovani del nostro Paese?

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