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Generazione P(recaria)

Marco Patruno

Intervistiamo Marco Patruno che gestisce il blog Generazione P.

Perché noi giovani viviamo in una Generazione P, da come precari?
Perché governi di centro, di sinistra e governi di centro-destra hanno approvato nel corso degli anni riforme del #lavoro che hanno portato ad una estrema precarizzazione del mondo del lavoro e frammentazione contrattuale. “La politica ha tenuto conto unicamente delle esigenze del capitale, e non quelle dei lavoratori. Ci siamo dimenticati che la democrazia non nasce in un parlamento, ma nelle fabbriche, nei call center e nelle università. Per esempio, spero che quando verrà approvato il famoso #JobsAct venga sottoposto ad un referendum popolare”.

Come e perché nasce il progetto di Generazione P?
“Il progetto Generazione P nasce per caso, nell’ottobre del 2005 mentre svolgevo uno stage presso un’agenzia del lavoro. In quell’occasione ho subito una serie di soprusi da parte della mia responsabile. Compresi, in quella circostanza, che i giovani #precari e #stagisti erano dei moderni schiavi senza diritto alcuno. Così creai Generazione P per cercare di raccontare storie di precari e stagisti che non hanno voce alcuna sul mercato del lavoro”.

Qualche tuo articolo ha sortito effetti inattesi, in rete e nella vita “reale”? Quali?
“Guarda, ti dico la verità. Non mi sono mai domandato quali effetti nella rete o nella vita reale abbiano avuto i miei articoli e le testimonianze che riporto su Generazione P. Il mio desiderio è quello di coltivare la consapevolezza nelle persone che l’attuale strada che si è imboccata sul mercato del lavoro ci porterà all’autodistruzione. Il #precariato e la “stagizzazione” del mercato del lavoro che vede varie tipologie di tirocini sostituire progressivamente tutti i contratti di lavoro è un cancro da estirpare. Se in tutti questi anni, nei migliaia di articoli che ho scritto questa consapevolezza è stata fatta propria anche solo da una decina di persone per me è un risultato importante. Ogni rivoluzione inizia dai piccoli numeri e da episodi spesso insignificanti”.

Molti tuoi post iniziano dalle lettere dei tuoi lettori (“Cara Generazione P, ti scrivo questa lettera perché vorrei…”). Ti sei messo in ascolto della rete, raccontaci la tua esperienza di blogger e di rete
“Tanti no, qualcuno si. Cara Generazione P, perché non ho mai rinnegato la mia natura di blogger, e i blogger spesso sono identificati con dei nomignoli. Ho mostrato il mio “volto” cioè nome e cognome solo successivamente. Considera che questa non è stata una scelta facile perché le conseguenze sulla tua persona soprattutto quando cerchi una occupazione possono essere molte. Non ti posso nascondere che quando sei un giovane adulto che fa delle denunce e più facile che le persone ti voltino le spalle e ti allontanino. Quando scioperiamo siamo tutti forti e invincibili, ma quando siamo soli diventiamo tutti estremamente fragili e impotenti”.

Cosa consigli ai giovani che si affacciano sul mondo della formazione e del lavoro, oggi?
“Di non abbattersi alle prime sconfitte, di credere e coltivare i propri sogni anche laddove ci dovesse essere qualcuno che cerca di dissuaderci dalle nostre decisioni. Evitare di essere fatalisti, nel senso che se il presente è minato da una profonda crisi economica e di valori, non è detto che lo debba anche essere il nostro futuro. Non siate folli, ma abbiate il coraggio di sognare.”

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