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Io in qualcosa ancora credo

Vittoria Caron, cittadina europea e travelblogger per studio, per lavoro e per amore

È da tantissimo tempo che non scrivo più un post su questo blog. Quasi un anno. E nel mentre sono successe tantissime cose.

Mi sono laureata. Ho ottenuto quel tanto agognato pezzo di carta in #Lettere Moderne e ho finalmente salutato l’Italia. Mi sono trasferita a #Bruxelles , dove frequento un #Master in #Giornalismo Europeo. Ho aperto un mio blog dove racchiudo tutti gli istanti della mia vita, dove racconto la mia Bruxelles e sogno la mia Germania, dove prima o poi vorrei tornare, magari per sempre. 

Il 2013 è stato per me un anno di grandi soddisfazioni e traguardi: sto trovando la mia strada e #Giovaninrete mi ha aiutato a farlo. Ho iniziato a scrivere per +Giovaninrete nel lontano 2010, e quello è stato l’inizio di tutto. Mi ha dato tanto, e credo di aver dato tanto anche io a lui. E poi, la svolta. Un #Erasmus , un anno in #Inghilterra a raccontarmi nella rubrica “Una valigia Erasmus”. Un anno vissuto e raccontato intensamente, cercando di capire la vita inglese, le sue meraviglie e le sue contraddizioni. Un’esperienza che ho avuto la fortuna di intraprendere e descrivere, e che mi ha fatto desiderare di non tornare più indietro. Perché quando cominci a viaggiare, non smetti più. E questo mi ha portato alla necessità di uno spazio tutto mio, personalissimamente mio, in cui mischiare vita e sogni, progetti e routine, viaggi e fotografia di quella che è la mia vita ormai da quasi 3 anni.

Odio dirlo, ma anche io faccio parte della #lostgeneration , di quella Generation Y che sembra non avere più niente in cui credere.

Beh, io in qualcosa credo ancora. Credo ancora nella #meritocrazia , che in Italia non c’è ma in nord Europa un po’ si vede. Credo ancora che i #giovani siano il nostro #futuro e che si debba investire in loro, che in Italia non si fa ma in nord Europa decisamente si. Credo ancora di aver la forza e l’energia da permettermi di dire “Parto, mi butto, ci provo”, che in Italia molti giovani stentano a pensare.  *Credo* ancora che non sia mai troppo tardi per imparare una lingua nuova (che in Italia a stento sappiamo l’inglese): nel mio caso lo svedese, sia mai che mi progetti un futuro migliore lassù. *Credo* ancora che con la volontà (e il giusto Paese) si possano realizzare tutti i propri #sogni . *Credo* nella mia #cittadinanza prima di tutto europea; in questo periodo di crisi più che mai l’Europa viene messa in discussione: non fatelo. Voi, ragazzi dello Zoo della vita, che vi struggete in questa crisi che non lascia spazio a speranze, voi che siete nati probabilmente tra la metà degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, avete, abbiamo, avuto la fortuna di crescere in un’Europa unita, senza più barriere, con la possibilità irrinunciabile di assoluto movimento tra Stati, con la possibilità di Erasmus, #lavoro , #volontariato all’estero. Non ce ne rendiamo conto perchè ne siamo abituati ma è una grande opportunità. Non siate italiani, siate europei. Credo ancora nell’Italia, perché non smetterò mai di crederci. È la mia terra, la mia culla, la mia madre, come si fa a rinnegarla? Piango ogni volta che penso alla fine che sta facendo. E mi viene in mente quella canzone di Josè #Feliciano , Que sarà…
Questi pensieri e paure nel mio blog, dove cerco (sperando di riuscirci) di darvi l’input di partire. Non partite però per disperazione: la disperazione vi seguirà ovunque. Partite per scoprire, perché siete curiosi, bramosi di conoscenza.
C’è un motivo perché adoro la lingua tedesca: è la lingua dei grandi filosofi Romantici. La mia parola preferita? Fernweh, nostalgia dell’altrove. Io ho fatto di questa parola il mio stile di vita. Non tornerò in Italia. In fondo, ho sempre saputo che me ne sarei andata.

La mia vita (per ora) si divide tra Bruxelles e la Germania, la prima per necessità, studio e lavoro, la seconda per #amore . Progetto viaggi futuri e tanti altri trasferimenti. Dopo 3 anni do l’addio, la mia “Valigia Erasmus” si conclude qui, e così anche la mia avventura con giovaninrete. La Vicky ha preso il volo (in tutti i sensi). Ciao giovani, è stato un onore.

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