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Semaine pour l’emploi, 7 giorni per l’impiego e per il lavoro

Semaine pour l’emploi, 7 giorni per l’impiego e per il lavoro

un giovane alle prese con un gioiello artigianale. Si tratta di uno studente che ha deciso di mettere alla prova la sua passione trasformandola in un mestiere artigianale

Sintonizzandosi sul primo canale francese TF1 la settimana scorsa, dal 12 al 25 novembre, ci saremmo accorti che un tema a tutti noi caro è stato al centro dell’attenzione. Sui programmi d’informazione del canale ci sarebbe stato facile vedere una grande scritta continuamente presente: “Semaine pour l’emploi”, cioè “Settimana per l’impiego e per il lavoro”. Semplice trovata pubblicitaria di un canale privato che deve fare audience o interesse genuino per i lavoratori?

L’emittente televisiva, anche solo per una settimana, ha scelto di proporre attivamente qualcosa. Nelle varie edizioni del telegiornale ha ritagliato un piccolo spazio da dedicare al #lavoro, non con servizi sul lavoro in generale, ma con servizi tesi a presentare ad esempio quelle piccole aziende che hanno bisogno in questo momento di una figura professionale e non riescono a trovarla. Girando per la Francia si scopre per esempio che una piccola officina cerca da tempo un gommista, un panettiere ha bisogno urgente di un apprendista, un’azienda cerca un tornitore…Gli esempi si susseguono.

Inoltre, sul sito del canale era possibile consultare sul “Polo Impiego” (http://lci.tf1.fr/emploi) circa 140000 offerte in tutta la Francia o depositarne una. Anche in periodi di disoccupazione come questo, le offerte non mancano, anche per i giovani alle prime esperienze. Per questi ultimi, non si tratta poi soltanto di essere assunti, ma di riuscire a creare qualcosa di nuovo a partire dalle poche risorse a disposizione.

Julie, 27 anni, dopo una laurea in Filosofia e in Estetica dell’arte ha sfruttato la sua capacità di cucire per trasformare e riadattare abiti vintage. Ha iniziato vendendo nel suo appartamento, oggi, anche se non può ancora mantenersi del tutto col suo lavoro, sogna di produrre in serie e di affermare il suo marchio a livello nazionale.

Theopile, 24 anni e studente in Ingegneria, dopo un soggiorno #Erasmus a Madrid, ha iniziato a sviluppare un sito dedicato alla traduzione, una rete di aiuti tra studenti europei in difficoltà con la lingua:dopo un anno di lavoro, pur senza aver ancora guadagnato nulla, si dice fiducioso.

Sono solo due esempi, ma fa bene ricordarli, soprattutto se a parlarne è la televisione nazionale, che in Italia ci propone sovente casi negativi e drammatici senza valorizzare le realtà in crescita. Al contrario sono molti, in Italia come in Francia, i giornali o le televisioni locali e regionali che si occupano di queste realtà resistenti o cercano di rispondere ad un’esigenza lavorativa, ma la loro gittata rimane limitata.

Parlare di crisi è legittimo è giusto, ma non può diventare un’ossessione. Giunta alla 6° edizione, la “Semaine pour l’emploi” ha messo in contatto migliaia di lavoratori ed aziende, almeno secondo quanto sventolano gli ideatori. Il fatto che sia organizzata da un canale televisivo, che avrà anche i suoi interessi economici, non vuol dire che non sia utile ad evidenziare quelle offerte o richieste di lavoro che, forse, sarebbero rimaste nascoste ancora per un po’. Magari anche solo per una settimana.

D’altro canto potrebbe sorgere spontanea la domanda: abbiamo bisogno di un canale televisivo per cercare un lavoro? Non è forse questa un’ennesima trovata che gioca con la povertà, quella vera, mancandole di rispetto? Atteggiamento propositivo ammirevole, modalità e contenuti, forse, da rivedere.

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