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Startupper di ponte in ponte, dal Ponte Vecchio al Golden Gate

Startupper di ponte in ponte, dal Ponte Vecchio al Golden Gate

Il nostro reporter Andrea è sbarcato negli States

Finalmente sono riuscito a ritagliarmi del tempo ma forse più di tutto a raccogliere la forza per buttare giù queste righe. Il progetto iniziale di questa rubrica doveva essere tutt’altro. Ma come queste settimane sono riuscite a stravolgere tutte le mie sicurezze e le mie convinzioni, anche l’idea di questo report giornaliero ne ha pesantemente pagato le conseguenze.  

Proprio ora vi sto scrivendo da una stanza vuota, sopra un materasso senza lenzuola e le valigie fatte sulla porta pronte ad essere trasferite per la terza volta in un mese in un altro appartamento. Questo può essere un ottimo inizio sia per spiegarvi il significato del titolo (underthebridge) di questa serie di post che vi scriverò sulle mie settimane passate qui,  ma anche un buon spunto per spiegarvi nelle prossime righe come funzionano davvero le cose qua, dall’altra parte del mondo a San Francisco.

Ma partiamo con ordine.
Chi sono, cosa faccio, dove sono e perché.
Mi chiamo Andrea, ho 28 anni, lavoro all’università e nel tempo libero porto avanti progetti sulle idee geniali e strampalate che ci vengono tra amici, tra una pausa caffè o tra i tavoli la sera tra una birra e l’altra. Qualcuno le chiama Start Up.  Nel caso non conosceste questo termine, o se nessuno mai è riuscito a spiegarvi in modo preciso e significativo che cosa voglia dire, beh Google sicuro potrà darvi una mano. 

Non voglio volutamente dilungarmi ora sul concetto di questo termine, ma posso però spiegarvi che cosa vuol dire per me essere nel mondo delle #stratup. È dare forma tangibile alle idee, è un lavoro, una filosofia di vita, è una comunità, a volte è divertimento, di sicuro è una passione, è esplorazione e studio, in alcuni momenti sono gran mal di pancia, sono sbronze di successo, ma soprattutto sono ore di sonno rubate.

Dovete sapere che sempre sono stato attratto dalle persone intelligenti, eclettiche, strambe, nerd e visionarie (qui li chiamano freak). Questo è in gran parte l’ecosistema startuppparo. Ed è proprio da uno di questi ambienti che è nata la mia avventura, precisamente dalla  Startupweekend di #Torino. Un evento dove semplicemente decidi di lavorare per 54 ore di fila, su un idea è tramutarla in una vera Startup. Non si dorme, si beve redbull e birra, si lavora a testa bassa insieme al tuo team, stringhe di codice e tavolette grafiche, si condividono esperienze e idee. Se il primo anno che ho partecipato mi ha introdotto in questo mondo, il secondo anno mi ha letteralmente catapultato alla mecca delle startup: San Francisco e la Silicon Valley.
Ed è da qui che ora sto scrivendo, tentando di ordinare le mie idee, le mie sensazioni, le mie emozioni che stanno scuotendo la vita in un modo o nell’altro in queste settimane.

Stay tuned.

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