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Cosa faremo “da grandi”?

Cosa faremo "da grandi"?

tre racconti di "cervelli" in fuga... O meglio, in ricerca!

Vittoria non ha mai disfatto la sua valigia, Simona è soddisfatta delle sue esperienze all’estero e ha deciso di prolungare la sua permanenza e anche Daniele ha deciso di lavorare e studiare lontano dall’Italia. Le porte dell’Europa sono tante, non è facile decidere di partire o semplicemente avere la possibilità di aprirle. I #giovani migranti economici italiani, preoccupati, spaesati o insoddisfatti dalla situazione in cui si studia e si lavora lungo lo stivale. Sono coraggiosi, sognatori ma consapevoli viaggiatori nonostante a giovane età. Ecco come hanno risposto alla domanda: “cosa farò da grande”?

VITTORIA
Non sa ancora chi è e chi sarà ma sicuramente sa dove si trova!
_”E chi lo sa? Dopo un anno passato all’estero non ho più certezza alcuna. Più mi muovo, viaggio, migro, e più le mie salde considerazioni sulla vita vacillano. Ma poi cosa significa ‘da grande’? Quando si è ‘grandi’? Quando si finisce di studiare? Quando si lascia il nido materno? Quando si capisce cosa/chi si vuole essere? Forse lo sono, forse no. La trasformazione è lunga e tortuosa. Nel frattempo non sto ferma. Viaggio, conosco, scopro, vivo. Perché non è forse vero che ‘la vita è ciò che ti succede quando sei impegnato a fare altri programmi’, come diceva John Lennon? Per quanto uno programmi la propria esistenza, non può mai sapere dove lo porterà il destino. Un anno fa non avrei mai sognato i traguardi che ho raggiunto ora.
Quello che vi dico, allora, è: non pensate troppo, agite. Le migliori occasioni arrivano quando meno te le aspetti e i peggiori rimpianti quando sei troppo impegnato ad aspettarle. Non temete di andare lontano, potreste scoprire un mondo là fuori. E magari vi piacerà. Che il 2013 vi faccia capire cosa volete dalla vita, chissà, magari lo capirò anche io”. 

SIMONA
#Erasmus a Bruxelles per caso e sentirsi come a casa
“Sono partita, forse per caso a #Bruxelles (per citare un acuto e fortunato blog: andimabe.blogspot.com), quasi un anno fa. Un semestre di Erasmus mi ha lanciato l’idea di fermarmi trasferendomi col mio ultimo anno di specialistica.
Gli stimoli e le difficoltà del vivere lontano dai genitori, il pagarsi l’affitto e studiare in un ambiente universitario interessante, le tante lingue di questa città e tutto quel che tale indipendenza mi ha permesso di costruire, hanno rafforzato in me la percezione di sentirmi a casa, proprio in questo contesto.
Nonostante non si tratti della città della mia vita, essa mi sta offrendo una speranza che in Italia purtroppo è difficile respirare di questi tempi. Ovvero, che il frutto dei propri studi non venga necessariamente reso sterile da una condizione lavorativa avvilente. Il che implica – una volta giunti al bivio, nel mio caso, post universitario – il diritto e il dovere di decidere del proprio futuro senza il rischio di trovarsi posteggiati in un vicolo cieco, ad aspettare…
Questo clima estero – in una parola – è incoraggiante
Io, per esempio, ho riesumato la possibilità di diventare ricercatrice, perciò, sto pensando di far domanda per un #dottorato, magari in #Germania. Così, per unire la mia passione per il viaggio alla fama delle università tedesche in campo matematico. La domanda è: perché no?!”

DANIELE
“Sono già grande”
“Se avessi avuto una risposta a questa domanda probabilmente sarei, come molti, all’università, a studiare e a cercare di crearmi un #futuro in maniera tradizionale. Spesso li invidio perché la loro strada, se non è asfaltata, almeno è battuta.
Devo ammetterlo però: io non sono mai stato con i piedi per terra. Sognavo l’estero, così me lo sono preso. Qualche lavoretto mi ha fatto guadagnare i soldi per il biglietto e i primi mesi di affitto, così, alle porte di un nuovo anno scolastico, mentre c’era chi iniziava le lezioni e chi aveva qualche esame da recuperare, io pensavo a cosa mettere in valigia, a cosa portare con me in quello che era ‘il viaggio di una vita’. Cercare casa, cercare lavoro, trovare gli amici, sembravano vette impossibili da raggiungere. Eccomi, invece, ancora qui, allo scoccare del terzo mese, con due lavori, una casa e degli amici. Ho molti #progetti per il mio domani, ma progetti concreti, che hanno una forma non solo dentro la mia testa: ad agosto mi trasferirò in Germania, dove lavorerò e imparerò il tedesco per poter accedere all’università e iniziare un corso di filosofia. In porto ci sono già altre idee per un futuro un po’ meno prossimo ma.. diamo tempo al tempo. Spesso mi sento dire ‘l’estero ti ha aperto la mente’. Quello che credo è che sia un’esperienza in solitudine ad aprirti, non tanto la mente, quanto le porte. Ci si può rendere conto di quante possibilità si hanno davanti solo mettendo se stessi in primo piano, imparando il concetto di “rimboccarsi le maniche”. Cosa faccio da grande? Sono già grande.”

Ecco cosa faranno da grandi… Non lo sanno del tutto, ma nel frattempo provano a costruire il “cosa” fanno da giovani. Grandi giovani.

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