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“In Time”: quando il tempo è denaro

"In Time": quando il tempo è denaro.

Il tempo come moneta dell'esistenza umana.

Un film avvincente, dinamico, affascinante. Si tratta di “In Time” (2011), di Andrew Niccol, dove il protagonista è interpretato dal cantante del Tennessee Justin Timberlake.

In Time, attualmente in programmazione nelle sale cinematografiche, si svolge in un futuro non lontano dai giorni nostri, in cui il gene dell’invecchiamento è stato sconfitto. Per fermare la crescita demografica, le persone hanno iniziato ad utilizzare il tempo come denaro per acquistare i beni. Attraverso questa dinamica, i ricchi saranno immortali, mentre i poveri dovranno lottare per la propria sopravvivenza, trovandosi a fronteggiare lo scorrere del tempo e vivere come se ogni giorno della propria vita fosse l’ultimo. Will Salas (Justin Timberlake) diventa proprietario di una vera e propria “fortuna”. Da qui inizierà la sua “crociata del bene”, vedendolo nei panni di un Robin Hood moderno che dona il tempo ai poveri rubandolo ai ricchi.

Di fatto, a mio avviso, il film nasconde in sé una metafora della società attuale. É interessante notare come il tempo, rispecchi perfettamente una rappresentazione della funzione del denaro, e dei problemi correlati ad esso, nel nostro tempo. Il fatto che i personaggi di In Time si trovino costantemente in corsa per la propria sopravvivenza, ricorda un pò la difficoltà e i sacrifici dei lavoratori moderni che non sanno come “arrivare a fine mese”. Ecco. Il tempo è il vero protagonista di questa frase emblematica e identificativa della situazione lavorativa odierna. Ma non solo. Oltre ad essere una metafora della sopravvivenza e del lavoro, vi è un ulteriore significato: i ricchi sprecano il proprio tempo (denaro) in passatempi inutili, mentre i poveri vivono “giorno per giorno”, sempre di corsa e con il pensiero che ogni minuto della propria esistenza potrebbe essere l’ultimo. Vi è una scena bellissima nella quale Will Salas si tuffa nel mare adiacente alla casa della coprotagonista Sylvia Weis, chiedendosi il perché quest’ultima, con tutto il tempo a propria disposizione, non abbia mai osato tuffarsi fra le onde. La morale viene espressa proprio alla fine del film quando il protagonista, avendo appena acquisito 24 ore nel proprio orologio di vita personale, afferma che in un giorno “Si possono fare tante cose”. Ebbene sì. Anche con poco si può gioire delle piccole cose, così come con poco si possono fare “grandi cose”.

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