Rifiuti problematici: 74 anni fa la risposta era ecomestruazioni
Leona Chalmers in un articolo d'epoca
Lo smaltimento dei rifiuti, associato al crescente aumento di prodotti di scarto, ha ultimamente acquisito una popolarità notevole, scatenando svariate reazioni che vanno dagli inceneritori alla raccolta differenziata e al riciclo, fino al lancio-del-sacco nello spazio o le dune-discariche in Africa o, ancora, i vulcani-pattumiera, e via così con idee ancora più strambe.
In previsione di una riduzione degli scarti, alcune ricerche hanno così evidenziato che tra i rifiuti più difficili da smaltire sono inclusi assorbenti e tamponi usa e getta. Considerando, infatti, elementi chimici, gel assorbenti, additivi, profumi e fibre di cui sono costituiti più gli imballaggi (bustine contenitrici in plastica, applicatori, strisce, copertura adesiva), il degrado degli stessi è stato stimato concludersi dopo circa 500 anni. Secondo una media basata su dati Istat, in Italia si gettano 228 kg di assorbenti al minuto, ovvero 6 miliardi l’anno. In base a questo, ho fatto un calcolo dei costi e approssimativamente è risultato che – solo in Italia – 1 miliardo e mezzo all’anno va in assorbenti.
Per sopperire a queste problematiche dovute a tempi e costi di smaltimento, l’americana Leona Chalmers nel 1937 aveva già trovato una risposta: – come recita nell’immagine – la coppetta mestruale. Si trattava, e si tratta tuttora, di un oggetto a forma di calice, in silicone anallergico, gomma naturale o elastomero termoplastico (Tpe) della capacità media di 20 ml (più di un tampone), che va inserito come un assorbente interno e che raccoglie il flusso aderendo alle pareti interne come una ventosa.
Da quando è stata immessa sul mercato, la coppetta mestruale ha rappresentato una valida alternativa ad assorbenti e tamponi, e i vantaggi del suo utilizzo sono sia individuali –maggiore discrezione e consapevolezza della propria femminilità, risparmio economico e libertà di movimento, ottima adattabilità, tanto da essere consigliata a/da tutti gli sportivi – sia vantaggi a più ampio raggio riguardanti ecosistema, sessualità, rapporto di coppia e salute.
Per maggiori informazioni, sul web se ne trovano molte; io consiglio questi link: wiki [en], nonsolociripà [it], video.
Per curiosità, infine, segnalo un “museo” particolare (reperibile solo online), il Mum – Museum of menstruation and womens’s health (un sito, a mio parere, poco leggibile ma disseminato di link e rimandi interni e ricco di aneddoti storici e sociali corredati di foto e disegni). Per esempio, qui, tra un’infinità di notizie, si può reperire la storia delle menstrual cups: il cui primo prototipo, il “catamenial sack”, fu brevettato da un certo S.L. Hockert di Chicago e risale addirittura al secolo precedente (1867).
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